sabato 21 ottobre 2017

Considerazioni verso Samhain



Le celebrazioni di Mabon erano appena terminate quando riuscì ad avere un momento in cui parlare alla sacerdotessa.



Sedeva su una pietra davanti alle ceneri del fuoco da poco spento, al centro del cerchio.
Si intrecciava i lunghi capelli grigi in trecce.
Le andai incontro lentamente e ristetti davanti al suo cospetto fintanto che lei alzando sguardo mi fece segno di avvicinarmi.
Appoggiò il pettine d'argento sull'erba e mi prese dolcemente il capo per appoggiarselo sul grembo poi iniziò ad accarezzarmi i capelli.



Chiusi gli occhi per assaporare meglio il calore delle sue mani soffici e rugose.
-Dimmi sorella cos'hai imparato dalla delusione?- chiese
- molto maestra, la delusione è un'insegnante molto severa-
- ma non sei una vittima, sei una sopravvissuta se non permetti che gli ostacoli ti inaridiscano.-
- sono tanti i pensieri-
- sono migliaia per tutte e per tutti, la maggior parte sono ripetitivi. Se non li controlli segni l'infelicità dei tuoi giorni-
- non riesco a fare la differenza nel mondo fuori-
- puoi farla solo nel mondo interno-
- questo mi distanzia notevolmente dalle altre persone-
- non tutti e tutte percorriamo gli stessi cammini-
- ho imparato strada facendo che la fiducia non dev'essere un regalo-
- Ma non per questo la paura dev'essere una prassi. La nostra mente reagisce al pericolo allo stesso modo dai tempi in cui siamo divenuti genere sapiens: è una scarica elettrica propagata attraverso le sinapsi del cervello; ma mentre l'individuo dell'anno mille doveva affrontare pericoli concreti: dai briganti, alle bestie nel bosco alle calamità, oggi c'è molto più controllo sull'esterno cosicché le paure – quelle infide- si sono trasferite sul piano interiori e purtroppo sono molto più insidiose poiché non danno tregua: nell'anno mille una volta rientrato scampat* alle bestie feroci e ai briganti sapevi di trovare rifugio nella tua casa. Oggi non è più così perché quando le paure si radicano dentro non c' è nascondiglio né scampo ovunque tu possa andare e sopratutto non c'è riposo-



- E come si possono evitare?-
- Non le puoi evitare. Sono gli ostacoli di un cammino di consapevolezza. Evitarle significa non procedere. Quello che puoi fare è riconoscerle e da nemiche trasformale in alleate.-
- come?-
- prendi il tempo ad esempio. Un nemico che lascia i segni sul volto e le cicatrici sulla pelle. Non puoi fermarlo né vincerlo ma quello che puoi fare è amarlo. Puoi renderlo tuo. Puoi prendere il tuo tempo. Renderlo presente. Molta sofferenza mentale nasce dall'ansia per il futuro e dalla nostalgia del passato. Sono entrambe proiezioni. Schemi di pensiero che fanno sì che le emozioni già provate continuino a ri-attualizzarsi dentro di noi nel caso del passato, e che facilitano la bramosia e il desiderio di ciò che non abbiamo nel caso del futuro. Sono meccanismi contorti che ci catapultano nella spirale della sofferenza mentale. Ci vuole presenza nell'adesso. Consapevolezza e centratura del qui ed ora.-
Pensai a quante volte avevo proiettato la mia visione sugli altri, a quante delusioni mi ero procurata. Mi tremò il respiro. Lei mi sollevò il volto e fissò lo sguardo sui miei occhi.



- Sono errori umani, li compiamo in continuazione- disse per consolarmi.
- quando mi guardo attorno non mi sembra che le persone siano interessate a comprendere questa natura.-
- il paragone è un altro nemico, come le critiche. Ti distoglie l'attenzione da ciò che stai facendo.-
- ma altre mi danno segnali di stima-
- non è per loro che sei. Siamo ciò che siamo a prescindere dai complimenti o dalle critiche. Il nostro compito è sviluppare il nostro talento per la vita. Non lasciare che possano toccarti.
- una vita da intoccabile insomma- ironizzai
sorrise come si sorride a un bimbo dopo una birbonata.
- bambina mia, hai scoperto da sola che il fuoco brucia. L'hai scoperto solo quando hai sentito la tua carne che si bruciava. Non ci avresti creduto allo stesso modo se te l'avessero solo raccontato.
Non è per questo però che odi il fuoco, vero? È il più confortevole dei compagni nel freddo inverno quando fuori nevica e sai bene come l'acqua per gli infusi sia più pura quando preparata nel camino.-
Pensai al mio giaciglio, al focolare e alle ustioni che avevo su mani e braccia.


Lei continuò: -Ogni esperienza ha il suo fine, il suo valore d'insegnamento ed è esattamente ciò che deve essere nel momento in cui è. L'universo ha un'intelligenza molto superiore a quella di qualsiasi individuo.- fece una pausa per riflettere poi continuò:- Non è per questo che devi essere passiva e asservita alla fede ma occorre che tu ascolti con più profondità per agire coerentemente al fine dell'armonia nel tuo percorso.-
- a volte mi sembra di essere sopraffatta dalle grida di strazio di situazioni e problemi- le confidai.
- quello è il momento in cui occorre alzare il collo e vedere le cose dall'alto perché possiamo facilmente considerarci tutt* miserabili, degn* solo di compatimento…. oppure possiamo pensare che ogni ostacolo ci aiuta a crescere e che in ogni momento abbiamo infinite possibilità di essere felici. Vedi in fin dei conti si tratta, di nuovo, di un unico vecchissimo concetto: controlla i tuoi pensieri. Crescili e nutrili nella direzione in cui vuoi vedere la vita.-
- possano tutti gli esseri essere liberi e felici.- commentai spontaneamente
- Sì, mia cara.- confermò lei con entusiasmo. Mi abbraccio stretta in un lungo e caldo abbraccio. Mi baciò le gote e poi afferrato il bastone di propiziazione con una danza benedisse il nostro incontro.